Iniziò tutto alla Locanda dei fiori, in Val Chisone. Era il 1924, II anno dell’era fascista. Ci fu una rissa, un fascista fu ucciso e la locanda fu parzialmente bruciata. La sua storia però continuò e si intrecciò a quella della nonna, della mamma e infine della giovane Viola che da lì, nel 1944, partiva in bicicletta per le sue missioni.
La vita di Viola Lageard era quella della staffetta partigiana. Portava messaggi, medicinali, viveri, denaro, vestiti, armi e munizioni. Collegava la Val Chisone con Torino e con la Val di Susa. Informava e sosteneva i parenti dei caduti, recapitava gli oggetti che recuperava dal luogo della tragedia, come gli occhiali rotti del giovane medico partigiano Paolo Diena. Fu fermata più volte dai nazisti. La sua camera alla locanda fu messa a soqquadro dal feroce capo dei brigatisti neri Lamy Martinat. Salvò il comandante Serafino dall’arrivo dei fascisti. Uscì miracolosamente illesa da una missione che molti si erano rifiutati di compiere.
Questo è il romanzo che racconta per la prima volta la storia di una ragazza piena di coraggio e della Locanda dei fiori, che ha resistito ai fascisti e ancora oggi, grazie a una nipote di Viola, è un presidio dove gustare le specialità locali e dove è allestito uno spazio della memoria.